domenica 25 aprile 2010

Medici Senza Frontiere

http://www.medicisenzafrontiere.it/Immagini/File/Sintesi.pdf
LE CRISI DIMENTICATE DA QUOTIDIANI, PERIODICI E TELEGIORNALI ITALIANI
SINTESI

Per il terzo anno consecutivo, Medici Senza Frontiere (MSF) ha analizzato lo spazio dedicato dai mezzi di comunicazione italiani alla crisi umanitarie, prendendo in considerazione quotidiani, periodici e telegiornali, nella convinzione che gli oltre 70 paesi colpiti da guerre, carestie, disastri naturali e pandemie non interessino solamente ai volontari di MSF e delle altre organizzazioni umanitarie, ma anche ai tanti cittadini italiani che vorrebbero saperne di più su quanto accade in questi paesi.
Un’analisi particolare è stata effettuata nei confronti delle dieci crisi umanitarie identificate da Medici Senza Frontiere come le più ignorate dai media a livello internazionale, la “top ten” delle crisi dimenticate – Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Colombia, Cecenia, malnutrizione, Haiti, tubercolosi, Repubblica Centrafricana e India centrale – e di altre gravi crisi particolarmente ignorate nel nostro paese (Indonesia, Sudan, Ciad, Niger, Angola e malaria).
Sono migliaia i cittadini italiani che consultano quotidianamente il nostro sito per conoscere e capire cosa succede nei paesi dove MSF interviene, e sono centinaia di migliaia quelli che, attraverso le loro donazioni, contribuiscono all’azione di MSF per aiutare popolazioni spesso dimenticate. Per questo MSF si impegna in un’azione di stimolo costante nei confronti dei mass media affinché non tralascino di informare sulle realtà dei tanti contesti di crisi nel mondo, nell’erronea convinzione che questi non interessino.

Quotidiani e periodici

Medici Senza Frontiere ha monitorato 22 quotidiani1 e 13 periodici2 nel corso del 2006, analizzando lo spazio dedicato da questi a 10 tematiche e a 72 contesti geografici inerenti alle crisi umanitarie.
Tra i 22 quotidiani analizzati, i più attenti alle crisi umanitarie sono risultati Avvenire, La Repubblica e Il Corriere della Sera (La Repubblica supera Avvenire quando si considerano solamente gli articoli veri e propri, escludendo cioè trafiletti e brevi). Sempre considerando gli articoli veri e propri seguono, a distanza, Il Manifesto, La Stampa e Il Giornale. Ancora meno attenti Liberazione, l’Unità, Il Sole 24 Ore e Il Messaggero.
Tra i periodici, Famiglia Cristiana, Panorama, L’Espresso e Il Venerdì di Repubblica sono stati i più attenti, ma vengono seguiti immediatamente dai due femminili Vanity Fair e Io Donna.
Particolarmente disattento alle crisi umanitarie nel corso del 2006 è stato Il Corriere della Sera Magazine. Leggermente più attenti sono invece stati Specchio, Gente, D – La Repubblica delle Donne e Oggi.

I telegiornali

Medici Senza Frontiere ha chiesto all’Osservatorio di Pavia di analizzare il contenuto delle due principali edizioni dei telegiornali (day time e prime time) dei due principali network della televisione italiana generalista, RAI (Tg1, Tg2 e Tg3) e Mediaset (Tg4, Tg5 e Studio Aperto).
1 Avvenire, Corriere della Sera, Europa, Il Foglio, Il Gazzettino, Il Giornale, Il Manifesto, Il Mattino, Il Messaggero, Il Riformista, Il Sole 24 Ore, Il Tempo, La Gazzetta del Mezzogiorno, La Padania, La Repubblica, La Stampa, Liberazione, Libero, L'Osservatore Romano, L'Unità, Quotidiano Nazionale, Secolo d'Italia 2 Corriere della Sera Magazine, D – La Repubblica delle Donne, Donna Moderna, Famiglia Cristiana, Gente, Il Venerdì di Repubblica, Io Donna, L'Espresso, Oggi, Panorama, Salute di Repubblica, Specchio, Vanity Fair. Su un totale di 78.224 notizie, solo 8.228 (pari al 10,5%) sono state dedicate a eventi o situazioni di crisi. Anche quest’anno, come lo scorso, si nota una maggiore attenzione alle crisi umanitarie da
parte dei telegiornali Rai (4.943 notizie su 36.803, pari al 13,4%) rispetto a quelli Mediaset (3.285 notizie su 41.421, pari al 7,9%), e si conferma la tendenza che vede il Tg3 al primo posto con il 16,2%, il Tg1 al secondo posto con il 13,4% e il Tg2 con l’11,2%. Seguono il Tg4 con il 9,5%, il Tg5 con il 9,2% mentre Studio Aperto resta il fanalino di coda con il 5,5%.

Le (poche) crisi non dimenticate

Sia la carta stampata, sia i telegiornali, concentrano quasi tutta loro attenzione su pochissime crisi, che non destano sorprese. Per la carta stampata, sono la crisi in medio oriente – il conflitto israelopalestinese (3078 articoli) e quello in Libano (1269 articoli) – il conflitto in Iraq (1389 articoli), quello in Afghanistan (861 articoli) e quello in Somalia (537 articoli). Per quanto riguarda i telegiornali, delle 8.228 notizie dedicate a eventi o situazioni di crisi, ben 3.730 (pari al 45,4%) si riferiscono alla crisi in medio oriente – il conflitto israelo-palestinese e quello in Libano – 2.216 al conflitto iracheno (26,9%), 920 al conflitto in Afghanistan (11,2%) e 176 al conflitto in Somalia (2,1%).
Si può osservare come si tratti di contesti legati al dibattito politico italiano e / o alla cosiddetta “guerra al terrorismo”. La Somalia, per esempio, testimonia in maniera emblematica della tendenza mediatica a ricondurre conflitti con profonde radici storiche alla questione generale (e generalizzata) della “guerra al terrorismo”. Infatti, dopo oltre 14 anni di anarchia durante i quali la sua popolazione, che ha continuato a sopravvivere in assenza di istituzioni e in uno stato di disastro medico umanitario, è stata letteralmente ignorata dal resto del mondo, nel corso del 2006 è stata “meno dimenticata” dalla stampa italiana, specialmente dai quotidiani, in seguito alla presa del potere da parte delle Corti Islamiche e alla successiva invasione da parte delle truppe etiopi, piazzandosi addirittura quinta tra le crisi più seguite sia dalla carta stampata che dai telegiornali.
Rispetto all’Afghanistan, va notato come, almeno per quanto riguarda i telegiornali, la stragrande maggioranza delle notizie non riguardi la drammatica situazione della popolazione civile, bensì il dibattito politico italiano sul rifinanziamento della missione militare, gli attacchi al contingente italiano, il rapimento del reporter Gabriele Torsello, evidenziando una tendenza da parte dei nostri media a parlare di contesti di crisi solo laddove riconducibili a eventi e / o personaggi italiani.

Le crisi dimenticate

È sconsolante l’analisi generale della copertura da parte della stampa e dei telegiornali italiani di una serie di gravi crisi umanitarie, e questo vale sia per la “top ten” delle crisi dimenticate a livello internazionale, con l’eccezione della Somalia, sia per una serie di altre crisi particolarmente ignorate in Italia.
La malnutrizione, che ogni anno provoca la morte di milioni di bambini, raccoglie, tra i 22 quotidiani e i 13 periodici analizzati, solo 89 articoli (inclusi 17 trafiletti e brevi). Nelle principali edizioni dei telegiornali, sono 33 le notizie sulla malnutrizione, la maggior parte legate ad appelli del Papa e a rapporti di istituzioni internazionali.
Alla pandemia della tubercolosi sono dedicati solamente 45 articoli (di cui ben 16 trafiletti), a quella della malaria, 35. Per quanto riguarda i telegiornali, è quantomeno sconcertante paragonare i dati relativi alla tubercolosi, che ogni anno contagia 9 milioni di persone e ne ammazza 2 milioni, e quelli relativi alla malaria, che uccide un bambino ogni 30 secondi, a quelli relativi all’aviaria, cioè a una pandemia “annunciata”, spesso con un allarmismo eccessivo, considerando che nel corso del 2006 ha fortunatamente registrato solo 116 casi e 80 morti.
Ebbene, alla tubercolosi i TG italiani hanno dedicato 3 notizie, alla malaria 6 (di cui ben 4 sulla morte di un italiano che ha contratto la malattia in Congo), all’aviaria 410.
Alla situazione nella Repubblica Democratica del Congo, dove nel 2006 si sono svolte le prime elezioni democratiche da decine di anni a questa parte, e dove tuttavia la popolazione civile, specialmente nell’est del paese, continua a subire attacchi e brutalità da parte di diversi gruppi armati e dell’esercito, i 22 quotidiani e i 13 periodici analizzati dedicano nel corso del 2006 solo 187 articoli, la maggior parte dei quali parla delle elezioni, mentre solamente 55 descrivono le condizioni di vita della popolazione civile.
Nei telegiornali, sono solo 16 notizie che parlano della Repubblica Democratica del Congo, e anche queste raccontano principalmente le elezioni, ignorando, o quasi, la tragedia quotidiana della popolazione civile.
Alla situazione in Cecenia, martoriata da un’aspra guerra che dura da 12 anni e dove gli sfollati che hanno fatto ritorno si ritrovano ancora senza casa e vivono in terribili condizioni, sono dedicati solo 92 articoli dalla carta stampata, ma ben 42 si riferiscono a due singoli episodi eclatanti, quali le uccisioni del leader separatista Basayev (23 articoli) e della giornalista Anna Politkovskaja, mentre è praticamente inesistente lo spazio dedicato alle condizioni di vita e alle sofferenze di migliaia di civili, di cui proprio la Politkovskaja coraggiosamente si occupava.
Anche le 28 notizie dedicate alla Cecenia dai telegiornali sono quasi tutte riferite al ricordo del massacro di Beslan, all’uccisione del leader dei separatisti Basayev e all’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya.
La situazione in Colombia, che sta entrando nella sua quinta decade di conflitto armato e dove massacri, esecuzioni, intimidazioni e paura caratterizzano la vita dei civili che vivono nelle zone
colpite dal conflitto è narrata da quotidiani e periodici in soli 100 articoli (di cui oltre un terzo sono trafiletti e brevi), ma praticamente nessuno parla dei milioni di sfollati causati dagli scontri tra esercito, paramilitari e guerriglieri.
I telegiornali dedicano alla Colombia solamente 7 notizie, che hanno inoltre riguardato le elezioni presidenziali, inondazioni e tornado, un paio di episodi di violenza e alcune iniziative di solidarietà, dimenticandosi pure loro dei due (o tre) milioni di sfollati.
Allo Sri Lanka, dove i civili continuano a pagare il prezzo più alto del conflitto tra le forze governative e le Tigri Tamil ripreso nell’agosto del 2006, e dove l’insicurezza e le limitazioni imposte alle organizzazioni umanitarie rendono sempre più difficile portare assistenza alle decine di migliaia di persone vittime di intensi bombardamenti nelle zone orientali e nord-orientali del paese, sono dedicati da quotidiani e periodici 127 articoli (quasi la metà sono però trafiletti e brevi),
ma le descrizioni di vita della popolazione civile occupano uno spazio marginale rispetto alle cronache di guerra.
I telegiornali si limitano a 19 notizie, che tuttavia riferiscono principalmente degli attentati a opera dei ribelli Tamil invece che delle condizioni della popolazione civile intrappolata nel conflitto.
Al Ciad, dove da diversi anni sono presenti 200mila rifugiati dal vicino Darfur, e che nel corso del 2006 ha vissuto una crescente instabilità politica che ha provocato lo sfollamento di 50mila ciadiani, i 22 quotidiani e 13 periodici italiani hanno dedicato solamente 63 articoli (anche in questo caso, quasi la metà sono trafiletti e brevi), la maggior parte relativi al conflitto interno e alle tensioni
con il Sudan; solo 10 pezzi hanno invece descritto le condizioni di vita della popolazione civile, in particolare di rifugiati e sfollati.
I telegiornali arrivano quasi a ignorare completamente la crisi che si consuma in Ciad, dedicandole appena tre notizie. E ancora, di queste tre notizie, una era l’anticipazione di un Tg2 dossier dedicato alla guerra civile, una riguardava i disordini e l’apprensione per gli italiani che risiedono nel paese, e una parlava degli scontri tra ribelli e forze governative; dei 200mila rifugiati dal Darfur,
e dei 50mila sfollati interni ciadiani, nessuna notizia.
Al Sudan, dove la popolazione del Sud Sudan continua ad attendere un miglioramento delle proprie terrificanti condizioni di vita nonostante la fine del conflitto tra il governo sudanese e l’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan, e dove in Darfur una nuova escalation di violenza da parte di tutti i gruppi armati ha ulteriormente peggiorato la situazione e due milioni di persone sono costrette a vivere in campi sfollati dal 2004, sono stati dedicati 255 articoli (quasi la metà
sono trafiletti e brevi) dai 22 quotidiani e dai 13 periodici nel corso del 2006, ma meno della metà parla della situazione della popolazione civile, del conflitto, delle violenze. Ben 105 descrivono l’infinito dibattito sull’invio di una forza ONU, e 45 analizzano le dinamiche degli aiuti italiani al paese, confermando la tendenza da parte dei nostri media a parlare di contesti di crisi solo laddove riconducibili a eventi e / o personaggi italiani.
Al Darfur, e ai suoi due milioni di sfollati, i telegiornali dedicano solamente 12 notizie. E, di queste, solo una parte racconta della popolazione civile vittima della guerra.
La tendenza a parlare di contesti di crisi solamente quando riferibili a eventi e / o personaggi
italiani viene confermata dall’analisi del Niger, ultimo in classifica nello Human Development Index dell’UNDP, colpito ogni anno da gravi crisi alimentari (MSF ha curato centinaia di migliaia di bambini malnutriti durante gli ultimi due anni): il Niger è menzionato dalla stampa italiana in 58 articoli, di cui addirittura 34 sul rapimento dei turisti italiani.
E le 97 notizie date dai telegiornali sul Niger hanno riguardato quasi esclusivamente la vicenda dei turisti italiani rapiti.
Osservando il trattamento riservato a Haiti, dove violenze e insicurezze hanno continuato a colpire la capitale, Port-au-Prince (oltre 7mila persone curate da MSF per ferite conseguenze di violenza, incluse 3mila vittime di colpi di arma da fuoco – quasi 1.000 donne e bambini – e 2.600 vittime di accoltellamenti da dicembre 2004), viene confermata ancora una volta tale tendenza: dei 75 articoli dedicati a Haiti (inclusi ben 26 trafiletti e brevi), 43 sono dedicati alle elezioni, solo 19 alle condizioni di vita della popolazione, e ben 6 al rapimento di una cittadina italiana.
I telegiornali dedicano 28 notizie a Haiti, ma anche qui non alla situazione della popolazione civile, bensì al rapimento della cittadina italiana e all’uccisione di suo marito.
All’Angola, dove un’epidemia di colera ha provocato più di 2.500 morti e oltre 60mila contagi, la stampa italiana ha dedicato solo 31 articoli (la metà erano trafiletti e brevi), ma solo 13 hanno analizzato le misere condizioni di vita della popolazione, e la stranezza di una simile epidemia in un paese ricco di risorse e caratterizzato da una continua crescita economica.
I telegiornali si sono limitati a tre notizie sull’Angola, solo una delle quali ha riguardato la devastante epidemia di colera, mentre le altre due hanno parlato dell’uccisione di un missionario e delle operazioni di sminamento.
Sull’Indonesia, il più grande paese musulmano al mondo, colpito a maggio del 2006 da un terremoto che ha provocato 5.700 vittime, più di 38mila feriti e ha reso oltre un milione di persone senzatetto, la stampa italiana ha pubblicato 260 articoli (di cui 92 trafiletti e brevi), ma solo 59 hanno parlato del terremoto. Confermando ancora una volta la tendenza da parte dei nostri media a parlare di contesti di crisi solo laddove riconducibili al dibattito interno italiano, ben 61 sono stati gli articoli dedicati al caso dell’esecuzione capitale di tre cattolici, oggetto di numerosi dibattiti e prese di posizione in Italia e in Vaticano.
I telegiornali dedicano 147 notizie all’Indonesia, e sebbene la maggioranza riguardi il terremoto e l’eruzione vulcanica, non mancano quelle sull’esecuzione capitale di 3 cattolici.
Infine, due crisi sono dimenticate tra le dimenticate: la drammatica situazione della popolazione civile vittima degli scontri tra esercito e ribelli in Repubblica Centrafricana non è narrata nemmeno in una delle 78.224 notizie delle principali edizioni dei telegiornali Mediaset e Rai3. E alla popolazione civile vittima degli scontri tra insorgenti maoisti, forze di sicurezza indiane e milizie anti-maoiste nello stato dello Chhattisgarh in India centrale, non è stata dedicata né una notizia
dai telegiornali, né un articolo dai 22 quotidiani e 13 periodici analizzati nel corso del 2006.
http://jo-wanderer.blogspot.it/2013/09/lavoretti-ferragosto.html